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Ermanno Accardi mi intervista per il bel blog MILANO MERAVIGLIOSA Una sincera chiacchierata tra email, telefonate e aperitivi in periferia! Intervista integrale CLICCANDO QUI Grido cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne! (comunque in foto prendo male, dal vivo sono più bello!) ESTATE 2023 Cercando fresco in casa ho creato una zona di comfort tramite Sky, divano e pinot nero freddo (che poi è uno dei bianchi che preferisco). E ho trovato un film che sinceramente inizialmente non mi incuriosiva, però...l'ho visto tutto e con estremo interesse. La storia di due comici che a un certo punto si ritrovano quasi dimenticati dal pubblico (e io non lo so e forse mai lo saprò, ma non deve essere una sensazione piacevolissima), e accettano di ricominciare dal basso, in piccoli teatri con poco pubblico. Aspettando una nuova grande occasione (quella che per molti dura tutta la vita!). Per poi riconquistare il loro pubblico con caparbietà, estro e risate. "Due menti senza un singolo pensiero" Ecco, Laurel & Hardy un certo punto sono stati molto più Underground di tanti altri! Capita di fare ordine e pulizia (vero?). Magari ascoltando buona musica (nel mio caso specifico una strana compilation di Vasco Brondi). Capita di trovare vecchi scritti, tendenzialmente brutti. D’altronde se non li pubblichi, se non li condividi, evidentemente fanno cagare anche a te che li scrivi. Ne ho trovano uno particolarmente datato (oltre Venti anni fa, e il ventennio non è mai un bene, si sa!). Probabilmente una delle tante esercitazioni di scrittura. Esercizio per fortuna abbandonato in tempo! E ho pensato: perché non condividere questo scarto con l'immenso popolo del web? Quel popolo che sa come valorizzare determinate materie insomma! Ecco a voi un testo che non merita nemmeno un titolo! _________________ (il lettore scelga il titolo) Ma quanto vorrei dirti cosa penso di te. A te. A te, che fai finta di ascoltare ma pensi solo a te. A te, che cerchi sostegno. Sostegno, che tutti vorremo sempre. Sempre, che parola stupida e inutile. Inutile, come il tempo che passa. A volte. A volte, penso anche di avere una qualche forma di talento. Talento, che non serve a nulla in questo call center che mi ha appena assunto. A tempo determinato. Determinato. Come me e come quelli che voglio intorno. Intorno, in questo cazzo di call center dove tutti corrono appresso ai numeri: “oh mica salvi vite umane, coglione!” Coglione. Specchio. Specchio, specchio delle mie brache, dove sarò domani? Domani, spero di incontrare la donna della mia vita. Vita, che paroloni. Paroloni, che fa rima con volgari pensieri. Pensieri, disperati e alla ricerca di un’idea che possa piacerti. Piacere. Piacere, a chi poi? Poi, prima o poi partirò. Partirò. Con te partirò. Ma con te chi? Chi: chi sei tu che mi guardi in autobus? Non sono Rino, io non ti so raccontare. Raccontare, fa rima con mare. Mare, un giorno imparerò a nuotare. Nuotare, come quella volta che stavo per annegare per inseguire un’illusione. Illusione, come questi tempi che secondo me dureranno un sacco di tempo. Tempo, ho sempre bisogno di tempo. Hai sempre bisogno di tempo. Abbiamo sempre bisogno di tempo. Ma chi ce lo regala? Regala, “regalami il tuo sogno” dice una canzone che passa adesso la radio. Radio, mi piacerebbe lavorarci, ho una bella voce. Me lo dicono tutte e tutti anche se poi non me la/lo danno. Danno, ecco qui si potrebbe scrivere un romanzo. Ma un romanzo è una cosa seria, Mica tutti lo dovrebbero solo pensare. Pensare. Di nuovo. Nuovo, mi trovo nuovo. Solo per oggi. Oggi, è già domani. Ma è uguale a ieri. Ieri. Domani parto. Parto. No, non sarò mai padre. Padre. Nostro. Vostro. Di nessuno. Nessuno dovrebbe scrivere facendo elenchi. Elenchi. Odio gli elenchi. Quanto mi stanno sul cazzo gli elenchi! Questione di spazi, e anche di numeri. In questo lungo periodo, iniziato in piena pandemia, sono partito per un viaggio particolare. Dopo aver scoperto la storia di Claudio Galuzzi, ho deciso di farla scoprire anche a voi. In questi mesi (anni) oltre 300 persone hanno visto il documentario dal vivo durante le proiezioni nei vari spazi che ci hanno ospitato. Parlare con nuove e vecchie generazioni di temi tanto cari è stato non solo importante, ma formativo. Ora finisce una fase e avevo un solo obiettivo: riuscire a stampare copie di DVD e chiavette USB per iniziare a far girare il progetto anche su supporti fisici (in cui continuo a credere). E ci sono/siamo riusciti, dato che tutto il raccolto è stato già utilizzato per la stampa! Grazie a tutte e tutti voi! Grazie a chi ha partecipato direttamente attraverso questa campagna, grazie a chi ci ha aiutato e continua ad aiutarci con il passaparola! Grazie a chi continuerà a sostenere questo progetto per non far dimenticare Claudio. Sono sicuro che abbiamo piantato dei semi importanti e questa storia non potrà più essere dimenticata! Ora il percorso proseguirà dal vivo: siamo sempre alla ricerca di spazi per proiettare il documentario per cui se avete idee, contatti...sapete come, dove e quando trovarmi! "Un editore può cambiare il mondo? Difficilmente: un editore non può nemmeno cambiare editore." Ogni libro pubblicato con Edizioni Underground? è la tessera di un grande mosaico. Un mosaico che ho sempre immaginato come la figura che più mi rappresenta. Immagine ancora mai definita, per cui sempre da rincorrere. Con la riedizione de LA PIANURA DENTRO abbiamo interrotto una serie di produzioni di autori esordienti o affermati nel circuito indipendente, per lavorare su un prodotto edito molti anni prima. Operazione nuova per noi, rischiosa ma stimolante. Come diceva qualcuno prima di noi "esistono libri necessari, esistono pubblicazioni necessarie" La prima edizione di TraccEdizioni (1993) e la nostra (2020) sono legate da un nome, oltre quello di Claudio ovviamente: Sandro Sardella. Le due copertine sono le sue. E in entrambi i casi rappresentano la pianura dentro, con la stessa intensità, la stessa poesia. Il tutto impreziosito dai contributi di Ermanno Pea (prefazione) e Giovanni Garancini (postfazione). E con l'inedito "La lingua sul tamburo e il tacco dello stivale (a quattro mani sul ritmo del tempo)" di Claudio Galuzzi ed Ermanno Pea. Per sceglierlo come ricompensa (da solo oppure insieme al DVD o chiavetta USB) e sostenere il "progetto crowdfunding SE IL CIELO È TRADITO. LA STORIA DI CLAUDIO GALUZZI" su Produzioni Dal Basso, ecco il link: https://www.produzionidalbasso.com/project/crowdfunding-se-il-cielo-e-tradito-la-storia-di-claudio-galuzzi/ Questo progetto sarà vincente solo se lo sentirete vostro, come io lo sento mio! Da oggi proverò, in maniera romantica ma incostante, a parlarvi delle varie ricompense che riceveranno coloro che parteciperanno alla campagna di crowdfunding SE IL CIELO È TRADITO. LA STORIA DI CLAUDIO GALUZZI sulla piattaforma Produzioni Dal Basso Iniziamo da IL DIARIO TRADITO Ovvero il diario delle riprese del documentario. Le sensazioni provate durante gli incontri con Antonio Bacciocchi, Cristina Donà, Mauro Ermanno Giovanardi, Marcello Maloberti, Lilith-rita Oberti, Ermanno Pea, Massimo Pirotta, Davide S. Sapienza, Sandro Sardella. E la trasformazione del timore in energia. Proprio quell'energia che ora serve per portare a casa un altro bel risultato! Per sceglierlo come ricompensa (da solo oppure insieme al DVD o chiavetta USB) e sostenere il progetto ecco il link: https://www.produzionidalbasso.com/project/crowdfunding-se-il-cielo-e-tradito-la-storia-di-claudio-galuzzi/ "Avete presente quella sensazione di conoscere da una vita una persona appena incontrata? Ecco, è questo che mi è capitato appena ho stretto la mano di Ermanno. In pochi minuti la casa di Luca (sede del set) è diventata la nostra casa. E a casa ci si sente liberi, a proprio agio. Così l’intervista diventa una lunga, lunghissima, conversazione intima. Con i ricordi che pian piano riemergono. Nella stanza è come vedere la proiezione del film di quel periodo. Che in fondo è quello che sto faticosamente cercando di fare." (tratto IL DIARIO TRADITO, incontro con Ermanno Pea del 23 febbraio 2019) p.s. a giugno, passeggiando per le vie di Dozza insieme a Milena, ho incontrato "la pianura dentro" in questa opera di Alberto Zamboni (Le radici del pensiero). Perché l'opera di Claudio Galuzzi, evidentemente, non può morire mai. Spesso, quasi sempre, si parte sperando di arrivare prima possibile. A volte invece no. E finisce che nelle lunghe code in autostrada ti senti come a un concerto con migliaia, milioni, di spettatori. Che poi non sia musica ma bestemmie corali è secondario! Poi magari succede che osservi abbracci (si, ancora si usano) liberatori di amiche ritrovate, oppure rimani stupito quando la signora del B&B in Abruzzo ti dice di essere russa. E con ironia sottile subito chiedi come gestire il condizionatore. "Russa di dove?", chiediamo. "Siberia, un tempo vivevo a -42, adesso a +42". Sorride sempre, ed è bello quando si è circondati di sorrisi sinceri. Se sei di passaggio in un posto devi mangiare il cibo del posto, e tra arrosticini e salsicce di pecora le 7 ore di viaggio diventano un lontano ricordo. Poi se decidi di proseguire sull'Adriatica, forse perdi tempo e soldi, ma trovi un paesaggio assurdo, a tratti strabiliante. Ma probabilmente lo vedi solo se non hai l'occhio fisso sulla destinazione. Insomma, che cosa voglio dire? Non lo so. Forse solo che mi piace viaggiare piano, perché tra la partenza e l'arrivo c'è un fiume di vita che è un peccato perdersi! Un anno fa lavoravo alla prima proiezione di questo progetto con due inseparabili partner: ansia ed entusiasmo! Oggi annuncio la prima proiezione fuori dalla Lombardia e questo ha un valore enorme, perché la storia di Claudio non può avere un recinto geografico. Torno a Torino. Città che è sempre stata presente nella mia vita. La prima volta che l'ho vista ho sentito subito odore di casa. Era presente quando attendevo, sempre con ansia ed entusiasmo, lo zio che portava il vento del nord. Che tanti anni dopo mi ha svelato i segreti della città, e anche i suoi, che ora sono solo miei (ma questa la capiranno in pochi) Poi sono diventato un ometto, e grazie a Ernesto (che non credo di aver mai ringraziato abbastanza) arrivo all'Archivio Cinematografico della Resistenza. insieme a Gianfranco, che Torino ancora ricorda 😄 Con Milena abbiamo vissuto la città durante le Olimpiadi: a chi non è mai capitato di andare al cinema all'alba? E quando si torna a Torino ci si sente sempre e comunque a casa. Dunque, torno a Torino. Grazie a Laura, che più di altri può capire perché la storia di Claudio Galuzzi sia da raccontare ovunque. A Torino. "Il primo posto dove io sono possibile" Se il cielo è tradito. con Antonio Bacciocchi, Cristina Donà, Mauro Ermanno Giovanardi, Marcello Maloberti, Lilith-rita Oberti, Ermanno Pea, Massimo Pirotta, Davide S. Sapienza, Sandro Sardella E con la Pianura Dentro. Vi aspetto giovedì 16 giugno alle h 19,30 al Circolo degli Artisti di Torino (via San Maurizio 6) A Torino! Mancano ancora tre giorni. Nella stanza ci sono un letto, una scrivania senza cassetti, un foglio e una penna biro blu che non scrive da almeno due anni. Ogni settimana riesco ad avere un quaderno ma nessuno si è mai preoccupato di portarmi un'altra biro blu. Quindi passo il tempo a strappare i fogli per poi metterli a terra e coprire questo orrendo pavimento. Mi piace il bianco. Ogni settimana lo stesso stronzo che mi porta il quaderno cancella in un attimo quei miei giorni di lavoro puntiglioso. Solo una volta ho provato a fermarlo. Ancora ricordo il calore iniziale che avvolse il mio corpo quando il suo stivale mi venne incontro, sul petto. Avrei potuto scrivere ogni secondo di questi venticinque anni. Con i soldi del libro si sarebbe arricchito mio figlio. L'inizio è stato divertente. I primi tre anni sono volati via tra scazzottate e barzellette, tra partite a calcetto e inculate. Poi hanno allontanato tutti i miei compagni. Forse sono stati loro a chiederlo. O forse era già tutto deciso prima che arrivassi qui. Era scritto come questo foglio. Dovevo finire in questo mare di anime indemoniate e provare la solitudine. Anche qui. Ricordo come fosse ieri il giorno in cui mi sono venuti a prendere, nella notte. Dormivo. La radio accesa. Hanno aperto la porta a calci. Speravano di trovarmi con un fucile in mano per poter dire “lo abbiamo dovuto uccidere, era armato!” Invece mi ero appena fatto una sega, addormentandomi subito dopo. Non ricordo le loro parole, ma ricordo sempre il calore delle botte. Io al calore associo solo botte. Non sono mai stato al mare. Era lontano da casa e servivano troppi soldi per arrivarci. Ma ci sarei andato “uno di questi giorni” con la mia prima macchina, appena comprata. Avevo pure la patente, falsa. Mi hanno arrestato prima che potessi comprare il costume. In quel periodo ero talmente preso dal nuovo lavoro da scordare di essere ricercato. Mi capitava spesso a dire il vero. Una volta scesi in piazza senza rendermi conto delle pattuglie di passaggio. Naturalmente nemmeno loro si accorsero della mia presenza. Mi andava sempre bene. E spesso ingenuamente mi sentivo un uomo normale. O meglio: cercavo nella quotidianità un pretesto per sentirmi prima normale, poi perseguitato. E adesso sono qui, cerco di trattenere le lacrime. Il solo pensiero mi uccide, una paura mai provata. La mia vita è passata. Qui. E non la immagino altrove. Non saprei come comportarmi in quel nulla infinito che ora mi aspetta. In questi anni non ho mai pensato a questo passo. Ma ormai mancano solo due giorni e questi 25 anni saranno passati. Cancellati via. Per sempre. Mancano due giorni. Manca un giorno. Eccolo. Piove. Sono libero. Addio. di Gregory Fusaro |
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Marzo 2024
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