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![]() Al The Bridge ci passai la prima volta per caso. E nemmeno mi piacque troppo. Al The Bridge c’era sempre caos, quel caos che rende bella una metropoli. Al The Bridge ci sono tornato e c’era solo Livio. Sono rimasto. Al The Bridge capitava di litigare con uno sconosciuto. Litigare per delle idee. È bello a volte. Al The Bridge abbiamo spesso recitato e urlato Rabbia contro tutti, anche contro noi stessi. Al The Bridge non c’è mai stata ipocrisia. Altrove si, al The Bridge mai. Al The Bridge uscivi sempre con buoni propositi (da deludere puntualmente, ma pur sempre buoni erano). Al The Bridge a volte mi sono andato a nascondere. Al The Bridge spesso mi sono preso sul serio. Al The Bridge c’era anche Emanuel Carnevali. Al The Bridge c’era l’ossigeno buono di via Gola. Al The Bridge ho incontrato Peppino Impastato negli occhi di un militante di radio Aut. Al The Bridge forse non mi sono mai ubriacato. Al The Bridge c’era buona musica. Al The Bridge c’era l’ultimo Dio. Al The Bridge spesso non mi sono preso sul serio. Al The Bridge ho incontrato un militante di radio Aut. Al The Bridge io e Milena facevamo sempre pace. Al The Bridge mi sono spesso ritrovato. Al The Bridge ci si sedeva attorno a un tavolo con sconosciuti a decidere come risolvere i problemi del nostro mondo debole e vecchio. Al The Bridge ho parlato con Livio. Ho letto dei suoi demoni che sono diventati, spesso, i miei. Al The Bridge non avevi mai paura del profondo silenzio che segue alle risate. Al The Bridge non ci sono andato per mesi, ma sapevo che stava sempre lì ad aspettarmi. Al The Bridge c’erano operai, lavoratori, poeti, clochard, matti. E tutti ti salutavano. Al The Bridge sapevi di avere almeno una buona abitudine. Al The Bridge c’è quello che non c’è. E anche quello che non ho.
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![]() Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. (Primo Levi) ![]() “Io sono arrivato, come esule, in un Paese che aveva fatto la guerra partigiana, difeso uno statuto dei lavoratori. Sono arrivato in un Paese che era molto simile a quello che sognava Allende in quel momento lì. Oggi viaggio per l’Italia e vedo che l’Italia assomiglia sempre di più al Cile, nelle cose peggiori del Cile…” SANTIAGO, ITALIA parla di noi. Nel bene e nel male, una buona abitudine del Maestro Moretti. C'è una scena dove istintivamente ho messo una mano sul cuore: all'improvviso sul grande schermo compare Gian Maria Volontè, durante una manifestazione a sostegno del popolo cileno costretto a lasciare la propria Terra. Uno degli intervistati parla della sorpresa provata nel vedere quell'attore famoso in prima fila, commosso davanti alle loro storie. Per qualche secondo il volto e la voce di Volontè tolgono il fiato, è come essere insieme a lui e ai cileni. Pochi, preziosi, secondi che valgono oro. Il film è intenso, consiglio a tutti gli esseri umani di guardarlo. E l'attivismo di Volontè mi porta, ancora una volta, a riflettere. Pare che il set di “Giordano Bruno”, del 1973, fosse pieno di profughi cileni ai quali Volontè cercava di procurare lavori, anche come comparse: “Alcuni di loro interpretavano i cardinali dell’Inquisizione e durante le pause delle riprese vedevi questi sudamericani vestiti da prelati che leggevano ‘l’Unità’”. FONTE ALBERTO CRESPI Ecco cosa vuol dire #PrenderePosizione: avere un ruolo nel mondo al di fuori del proprio, fare qualcosa di utile per la collettività. Vale per gli artisti, ma, soprattutto, per noi semplici cittadini. Anche se il nostro maggio Ha fatto a meno del vostro coraggio Se la paura di guardare Vi ha fatto chinare il mento Se il fuoco ha risparmiato Le vostre Millecento Anche se voi vi credete assolti Siete lo stesso coinvolti E se vi siete detti Non sta succedendo niente Le fabbriche riapriranno Arresteranno qualche studente Convinti che fosse un gioco A cui avremmo giocato poco Provate pure a credevi assolti Siete lo stesso coinvolti Anche se avete chiuso Le vostre porte sul nostro muso La notte che le pantere Ci mordevano il sedere Lasciamoci in buonafede Massacrare sui marciapiedi Anche se ora ve ne fregate Voi quella notte voi c'eravate E se nei vostri quartieri Tutto è rimasto come ieri Senza le barricate Senza feriti, senza granate Se avete preso per buone Le "verità" della televisione Anche se allora vi siete assolti Siete lo stesso coinvolti E se credete ora Che tutto sia come prima Perché avete votato ancora La sicurezza, la disciplina Convinti di allontanare La paura di cambiare Verremo ancora alle vostre porte E grideremo ancora più forte Per quanto voi vi crediate assolti Siete per sempre coinvolti Per quanto voi vi crediate assolti Siete per sempre coinvolti (Fabrizio De Andrè) |
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Febbraio 2023
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