GREGORY FUSARO
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Under The Bridge?

1/2/2019

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​Al The Bridge ci passai la prima volta per caso. E nemmeno mi piacque troppo.

Al The Bridge c’era sempre caos, quel caos che rende bella una metropoli.

Al The Bridge ci sono tornato e c’era solo Livio. Sono rimasto.

Al The Bridge capitava di litigare con uno sconosciuto. Litigare per delle idee. È bello a volte.

Al The Bridge abbiamo spesso recitato e urlato Rabbia contro tutti, anche contro noi stessi.

Al The Bridge non c’è mai stata ipocrisia. Altrove si, al The Bridge mai.

Al The Bridge uscivi sempre con buoni propositi (da deludere puntualmente, ma pur sempre buoni erano).

Al The Bridge a volte mi sono andato a nascondere.
Al The Bridge spesso mi sono preso sul serio.
Al The Bridge c’era anche Emanuel Carnevali.
Al The Bridge c’era l’ossigeno buono di via Gola.
Al The Bridge ho incontrato Peppino Impastato negli occhi di un militante di radio Aut.

Al The Bridge forse non mi sono mai ubriacato.
Al The Bridge c’era buona musica.
Al The Bridge c’era l’ultimo Dio.
Al The Bridge spesso non mi sono preso sul serio.
Al The Bridge ho incontrato un militante di radio Aut.
Al The Bridge io e Milena facevamo sempre pace.
Al The Bridge mi sono spesso ritrovato.

Al The Bridge ci si sedeva attorno a un tavolo con sconosciuti a decidere come risolvere i problemi del nostro mondo debole e vecchio.

Al The Bridge ho parlato con Livio. Ho letto dei suoi demoni che sono diventati, spesso, i miei.

Al The Bridge non avevi mai paura del profondo silenzio che segue alle risate.

Al The Bridge non ci sono andato per mesi, ma sapevo che stava sempre lì ad aspettarmi.

Al The Bridge c’erano operai, lavoratori, poeti, clochard, matti. E tutti ti salutavano.

Al The Bridge sapevi di avere almeno una buona abitudine.
 
Al The Bridge c’è quello che non c’è.
E anche quello che non ho. 

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Primo

25/1/2019

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Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace

​Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi)

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Santiago, Italia?

16/1/2019

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“Io sono arrivato, come esule, in un Paese che aveva fatto la guerra partigiana, difeso uno statuto dei lavoratori. Sono arrivato in un Paese che era molto simile a quello che sognava Allende in quel momento lì. Oggi viaggio per l’Italia e vedo che l’Italia assomiglia sempre di più al Cile, nelle cose peggiori del Cile…”


SANTIAGO, ITALIA parla di noi.
Nel bene e nel male, una buona abitudine del Maestro Moretti.

C'è una scena dove istintivamente ho messo una mano sul cuore: all'improvviso sul grande schermo compare Gian Maria Volontè, durante una manifestazione a sostegno del popolo cileno costretto a lasciare la propria Terra. 
Uno degli intervistati parla della sorpresa provata nel vedere quell'attore famoso in prima fila, commosso davanti alle loro storie. 

Per qualche secondo il volto e la voce di Volontè tolgono il fiato, è come essere insieme a lui e ai cileni.
​Pochi, preziosi, secondi che valgono oro.
Il film è intenso, consiglio a tutti gli esseri umani di guardarlo.

E l'attivismo di Volontè mi porta, ancora una volta, a riflettere. 
Pare che il set di “Giordano Bruno”, del 1973, fosse pieno di profughi cileni ai quali Volontè cercava di procurare lavori, anche come comparse: “Alcuni di loro interpretavano i cardinali dell’Inquisizione e durante le pause delle riprese vedevi questi sudamericani vestiti da prelati che leggevano ‘l’Unità’”. FONTE ALBERTO CRESPI

Ecco cosa vuol dire #PrenderePosizione: avere un ruolo nel mondo al di fuori del proprio, fare qualcosa di utile per la collettività. 
​
Vale per gli artisti, ma, soprattutto, per noi semplici cittadini. 



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11 gennaio 1999 - 11 gennaio 2019

11/1/2019

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Anche se il nostro maggio 
Ha fatto a meno del vostro coraggio 
Se la paura di guardare 
Vi ha fatto chinare il mento 
Se il fuoco ha risparmiato 
Le vostre Millecento 
Anche se voi vi credete assolti 
Siete lo stesso coinvolti
E se vi siete detti 
Non sta succedendo niente
Le fabbriche riapriranno
Arresteranno qualche studente 
Convinti che fosse un gioco 
A cui avremmo giocato poco 
Provate pure a credevi assolti 
Siete lo stesso coinvolti
Anche se avete chiuso 
Le vostre porte sul nostro muso 
La notte che le pantere 
Ci mordevano il sedere 
Lasciamoci in buonafede 
Massacrare sui marciapiedi 
Anche se ora ve ne fregate
Voi quella notte voi c'eravate
E se nei vostri quartieri 
Tutto è rimasto come ieri
Senza le barricate 
Senza feriti, senza granate
Se avete preso per buone 
Le "verità" della televisione 
Anche se allora vi siete assolti 
Siete lo stesso coinvolti
E se credete ora 
Che tutto sia come prima 
Perché avete votato ancora 
La sicurezza, la disciplina
Convinti di allontanare 
La paura di cambiare 
Verremo ancora alle vostre porte 
E grideremo ancora più forte 
Per quanto voi vi crediate assolti 
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti 
Siete per sempre coinvolti

(Fabrizio De Andrè)
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